venerdì 16 marzo 2012

L'abito da sera


In occasione dei sabatini o dei veglioni di carnevale c’erano intere famiglie che si recavano nei vari locali dove si ballava. Tuttavia se una ragazza doveva partecipare ad una serata danzante con una comitiva di amici  coetanei, la musica cambiava: occorrevano permessi e discussioni a mai finire per potere strappare un consenso.
E’ quello che accadde ad una delle mie cugine, Mariolina, una bella ragazza dagli occhi vivaci e dalla lunga e morbida chioma castana che le incorniciava il viso; negli anni ’50 era poco più che ventenne. Era il pomeriggio avanzato di un giorno di Carnevale e poiché mia nonna aveva la febbre e se ne stava a letto, la famiglia era riunita nella sua grande camera: due delle mie zie di cui una era la madre di Mariolina, anch’essa presente, mia madre e io che a quel tempo ero piuttosto piccolina.
Ad un certo momento la ragazza esordì :- Mamma, stasera andrò a ballare!-  - Dove andrai tu? E  chi ti accompagnerebbe?- incalzò la madre.
- E’ inutile che me lo chiedi, lo sai già. Ci sono Giovanni, Ciccio, Pina, Nuccia e tutti  gli altri -.
-Non mi interessa chi c’è, tu non andrai!- replicò sua madre senza tanti complimenti. – Vuoi  invece scommettere che io andrò?- chiese Mariolina con un atteggiamento baldanzoso e pieno di sfida… e la diatriba continuò.
Nel pieno di quella animata discussione pensò bene di intervenire mia nonna e non certo per mettere la buona parola:
- Senti a to matri! Statti a la to casa!  Ma tu pensi sulu a divertiti?-
- Nonna, non intrometterti anche tu! Tanto io  stasera andrò a ballare! E’ inutile che parlate tutti!- continuò imperterrita mia cugina. E ricominciò tra la madre e la figlia, ferme ognuna sulle proprie posizioni, la solita tiritera “io vado”e” tu non vai”, mentre la ragazza, sempre più infuriata, si muoveva nervosamente da un punto all’altro della stanza, come un leone in gabbia.
A quel punto l’altra mia zia, stanca di sentirle, decise che era arrivato il momento di porre fine a quella situazione e, rivolgendosi alla sorella, in tono molto conciliante, disse:
-E dai! Mandala! Non ti fidi di Ciccio e di Giovanni? Tua figlia è giovane ed è giusto che si diverta!-
Miracolo! Pur a malincuore mia zia, dopo avere riflettuto un pò, concesse finalmente il tanto sospirato permesso.
Un lampo di gioia passò negli occhi di Mariolina, ma la sua soddisfazione fu di breve durata. -  E quale vestito indosserò? Non ho proprio niente di adatto all’occasione!- mormorò più a se stessa che agli altri.
Però le sue risorse erano infinite, perciò, girandosi verso mia madre, le chiese:
- Hai ancora quella bellissima camicia da notte di seta celeste?-  e  alla risposta affermativa  continuò: - Me la potresti prestare per questa sera?-
Tutte rimanemmo stupefatte e divertite da quella originale richiesta, tuttavia mia madre, ridendo, andò a cercare la camicia riposta in un cassetto, la tirò fuori, la stirò e la consegnò a mia cugina. Dopo averla indossata, essa si pose dinanzi al grande specchio e, vedendo la sua immagine avvolta in quella morbida e frusciante seta, compiaciuta  esclamò:
- Mi sta proprio bene! Sembra veramente un abito da sera! -
La storia non finisce qui, infatti al ballo, ogni qualvolta Mariolina danzando si trovava in prossimità dei suoi amici, c’era sempre qualcuno di loro che, ammiccando, mormorava: - Buonanotte! Sogni d’oro!-
E tutti  ridevano, compresa la protagonista.  


    FRANCESCA ADAMO
   
   

1 commento:

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