In
occasione dei sabatini o dei veglioni di carnevale c’erano intere famiglie che si
recavano nei vari locali dove si ballava. Tuttavia se una ragazza doveva
partecipare ad una serata danzante con una comitiva di amici coetanei, la musica cambiava: occorrevano
permessi e discussioni a mai finire per potere strappare un consenso.
E’
quello che accadde ad una delle mie cugine, Mariolina, una bella ragazza dagli
occhi vivaci e dalla lunga e morbida chioma castana che le incorniciava il
viso; negli anni ’50 era poco più che ventenne. Era il pomeriggio avanzato di
un giorno di Carnevale e poiché mia nonna aveva la febbre e se ne stava a
letto, la famiglia era riunita nella sua grande camera: due delle mie zie di
cui una era la madre di Mariolina, anch’essa presente, mia madre e io che a
quel tempo ero piuttosto piccolina.
Ad
un certo momento la ragazza esordì :- Mamma, stasera andrò a ballare!- - Dove andrai tu? E chi ti accompagnerebbe?- incalzò la madre.
- E’
inutile che me lo chiedi, lo sai già. Ci sono Giovanni, Ciccio, Pina, Nuccia e
tutti gli altri -.
-Non
mi interessa chi c’è, tu non andrai!- replicò sua madre senza tanti
complimenti. – Vuoi invece scommettere
che io andrò?- chiese Mariolina con un atteggiamento baldanzoso e pieno di sfida…
e la diatriba continuò.
Nel
pieno di quella animata discussione pensò bene di intervenire mia nonna e non
certo per mettere la buona parola:
-
Senti a to matri! Statti a la to casa! Ma
tu pensi sulu a divertiti?-
-
Nonna, non intrometterti anche tu! Tanto io
stasera andrò a ballare! E’ inutile che parlate tutti!- continuò
imperterrita mia cugina. E ricominciò tra la madre e la figlia, ferme ognuna
sulle proprie posizioni, la solita tiritera “io vado”e” tu non vai”, mentre la
ragazza, sempre più infuriata, si muoveva nervosamente da un punto all’altro
della stanza, come un leone in gabbia.
A
quel punto l’altra mia zia, stanca di sentirle, decise che era arrivato il
momento di porre fine a quella situazione e, rivolgendosi alla sorella, in tono
molto conciliante, disse:
-E
dai! Mandala! Non ti fidi di Ciccio e di Giovanni? Tua figlia è giovane ed è
giusto che si diverta!-
Miracolo!
Pur a malincuore mia zia, dopo avere riflettuto un pò, concesse finalmente il
tanto sospirato permesso.
Un
lampo di gioia passò negli occhi di Mariolina, ma la sua soddisfazione fu di
breve durata. - E quale vestito
indosserò? Non ho proprio niente di adatto all’occasione!- mormorò più a se
stessa che agli altri.
Però
le sue risorse erano infinite, perciò, girandosi verso mia madre, le chiese:
- Hai
ancora quella bellissima camicia da notte di seta celeste?- e alla
risposta affermativa continuò: - Me la
potresti prestare per questa sera?-
Tutte
rimanemmo stupefatte e divertite da quella originale richiesta, tuttavia mia
madre, ridendo, andò a cercare la camicia riposta in un cassetto, la tirò
fuori, la stirò e la consegnò a mia cugina. Dopo averla indossata, essa si pose
dinanzi al grande specchio e, vedendo la sua immagine avvolta in quella morbida
e frusciante seta, compiaciuta esclamò:
-
Mi sta proprio bene! Sembra veramente un abito da sera! -
La
storia non finisce qui, infatti al ballo, ogni qualvolta Mariolina danzando si
trovava in prossimità dei suoi amici, c’era sempre qualcuno di loro che,
ammiccando, mormorava: - Buonanotte! Sogni d’oro!-
E
tutti ridevano, compresa la
protagonista.
FRANCESCA ADAMO
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